Home Politica Rotelli: “Non vediamo le condizioni per far partire un esecutivo forte”

Rotelli: “Non vediamo le condizioni per far partire un esecutivo forte”

“La composizione di questo parlamento non consente politiche coerenti”. Mauro Rotelli, deputato Fratelli d’Italia, non vede grandi possibilità per un esecutivo, seppure guidato da una personalità d’alto profilo quale Mario Draghi.

L’esito del voto 2018 ha consegnato camera e senato politicamente frastagliate. Per questo, le elezioni anticipate per il partito di Giorgia Meloni restano una valida opzione. Rotelli qualcosa di positivo con l’arrivo dell’ex presidente Bce lo vede.

“Sono soddisfatto di questa fase Draghi – osserva il parlamentare viterbese – perché almeno è finita quella specie di mercato dei responsabili al Senato, dove la maggioranza è più risicata. Mi chiedo cosa staranno facendo adesso coloro i quali si erano imbarcati frettolosamente per salvare Conte, ora che sono tornati ininfluenti”.

Una curiosità, nulla di più. Le domande, in questa fase delicata sono altre. Draghi riuscirà nell’impresa di formare un governo e questo governo sarà in grado di fare fronte alle necessità del paese, economiche e sanitarie? Rotelli ha qualche dubbio.

“Come Fratelli d’Italia – osserva Rotelli – riteniamo che non ci siano molte possibilità di mettere in piedi un governo forte, perché il parlamento è troppo influenzato dal voto del 2018. Il Movimento 5 stelle ha ottenuto circa il 34%. Solo alla camera sono circa 200 e oggi sono divisi in più gruppi. Basti pensare alle posizioni uscite in questi giorni. Ogni singolo parlamentare M5s ha detto tutto e il contrario di tutto”.

Non una novità. “Già nel 2018 non si riusciva a far partire il Conte 1, ce lo ricordiamo. Questo è il quadro. Una situazione che non consente di mettere in campo politiche chiare e coerenti”.

Oggi s’inserisce la variabile Draghi. “Un personaggio dal profilo internazionale quasi unico. Ci chiediamo sul reddito di cittadinanza o su quota 100 che posizione prenderà? Le politiche sull’immigrazione, da Leu al centrodestra, quali saranno?

È una figura di rilievo e infatti non è un problema di nome, ma di cosa si troverà in parlamento. Alta velocità, tav, tap. O anche, commissari straordinari per le opere strategiche. Sono stati pubblicati elenco dei cantieri e nomi delle persone designate, ma i decreti in parlamento non sono stati votati, da 8 mesi”. Segno di difficoltà nella coalizione.

“Nel frattempo, il premier Conte e la ministra De Micheli andavano in tv a dire che si stava procedendo velocemente”.

La strada è in salita, FdI vorrebbe la via maestra del ritorno alle urne, tuttavia: “Dal nostro punto di vista – spiega Rotelli – se dovessero arrivare provvedimenti che vanno nell’interesse nazionale o sono in linea con il programma elettorale con cui ci siamo presentati, li voteremo, come abbiamo già fatto. Più nel Conte 1 che nell’ultimo governo”.

Non teme una frammentazione del centrodestra, con Forza Italia che guarda di buon occhio a un esecutivo a guida Draghi. “Ci siamo già divisi quando la Lega è andata al governo col Movimento 5 stelle. Le sensibilità fra i partiti della coalizione sono diverse. Altrimenti, parlo per Fratelli d’Italia, se la pensavamo come Forza Italia, saremmo rimasti tutti nel Pdl. Ritengo che ci sarà una sintesi e ognuno poi si assumerà le proprie responsabilità”.

da Tusciaweb