
Egregio Direttore,
l’intervista del solitamente misurato professor Orsina rievoca linguaggi e argomentazioni che francamente speravamo archiviati per sempre.
Al grido di “fascisti carogne tornate nelle fogne” più di una generazione di militanti di destra ha subito la violenza e la persecuzione politica e troppi ragazzi innocenti sono morti negli anni di piombo per il solo torto di militare nel Fronte della Gioventù e nel Movimento Sociale Italiano, mentre troppi cattivi maestri tolleravano slogan lugubri offrendo copertura ideologica, financo “culturale”, alla mattanza.
No, caro prof. Orsina, a quegli anni non ci vogliamo tornare. Neanche nel linguaggio. Anche perché nel frattempo il muro di Berlino è crollato, l’ideologia assassina che ha armato quei criminali è stata sconfitta dalla storia e la Destra italiana ha saputo crescere, evolversi, aprirsi, affrontare e spesso vincere la sfida del governo. Grazie al suffragio di milioni di italiani, il cui voto è stato finalmente scongelato ormai quasi 30 anni fa, consentendo a chi viene da quella storia di rinnovarla e metterla al servizio del presente e del futuro dell’Italia. Senza bisogno di “lavatrici”, perché non avevamo e non abbiamo panni sporchi da risciacquare nel grande – forse troppo grande – lago del “draghismo”.
Perché non abbiamo complessi di inferiorità o sindromi di impresentabilità da riscattare, tantomeno da parte di certa sinistra “illuminata” che ha sempre la pretesa di insegnare alla destra come si sta al mondo. Perché abbiamo costruito Fratelli d’Italia facendo della coerenza un valore insostituibile. Perché Giorgia Meloni, che ha portato FdI ad essere il terzo partito d’Italia, è oggi anche la leader di una delle più storiche e rispettate famiglie politiche europee, quella dei Conservatori. E in Europa, di norma, quando un governo fallisce si torna a votare; e, da nessuna parte, i conservatori (non i popolari o i populisti) governano con la sinistra.
Infine mi si permetta di segnalare che, se FdI si convertisse alle tesi del prof. Orsina, ci ritroveremmo oggi con un governo sostenuto da una maggioranza praticamente bulgara, il che non è mai un bene per una democrazia matura. Perché qualcuno che faccia da sentinella nel Palazzo è sempre necessario. A maggior ragione sarà utile chi come noi non si limiterà a vigilare ma continuerà a fare proposte e a votare i provvedimenti utili per gli italiani. Ci piacerebbe avere a che fare nei prossimi mesi con intellettuali e opinionisti che facciano le pulci al potere invece di attaccare gli unici che ad oggi hanno annunciato di stare fuori dal governo. Perché altrimenti siamo a un passo dal regime. E il regime, voi mi insegnate, non sarà una fogna ma di certo non profuma di libertà.
Carlo Fidanza è Capodelegazione di Fratelli d’Italia – ECR al Parlamento europeo e responsabile Esteri di FdI